Che cos’è

Taekwondo (pron.: Tecondò) – dal coreano Tae “colpire col piede, kwon “pugno” e do “arte”. Metodo di combattimento di antica origine coreana. Praticato sin dal 1° sec. a.C. come arte marziale, il Taekwondo si è affermato come disciplina sportiva di combattimento nella seconda metò del sec. XX, distinguendosi dagli altri sport marziali per la particolare efficacia, dinamismo e spettacolarità delle sue tecniche di gamba (calci circolari ed in volo, calci multipli).

I colpi validi per il punteggio possono essere diretti solo sul tronco o al volto dell’avversario usando il piede; usando il pugno il solo bersaglio valido è il tronco. Il combattimento, della durata di tre riprese di due minuti ciascuna con 60″ di intervallo, è diretto da un arbitro centrale coadiuvato da tre giudici d’angolo. Dai punti validi si aggiungono le eventuali penalizzazioni subite dall’avversario per tecniche proibite (spingere, colpire il viso col pugno, colpire col ginocchio, atterrare l’avversario ecc.). L’incontro di Taekwondo, oltre che con la vittoria ai punti, può concludersi per abbandono, squalifica, K.O., intervento arbitrale.

Origini

Le origini del Taekwondo si fanno risalire a circa 2000 anni fa, quando l’attuale Corea era divisa in tre regni. Il più piccolo di essi, Silla, sviluppò e perfezionò un sistema di difesa e attacco che contribuì molto alle vicende storico militari del regno. Anche negli altri regni si diffusero man mano diversi sistemi di combattimento di cui restano ampie tracce in affreschi e pitture murali rinvenute nelle tombe risalenti ai primi secoli dopo Cristo.

Dopo l’unificazione in un solo regno, l’arte del combattimento, che nelle diverse epoche assunse diversi nomi (SUBAK, TAEKKYON, HWARANGDO ecc.), si evolse e diffuse tra la popolazione, diventando molto popolare tra gli usi e costumi locali e nell’addestramento militare.

Sotto l’occupazione giapponese questa arte subì un momentaneo appannamento per il predominio e l’imposizione della cultura del Giappone, ma dopo la liberazione le diverse scuole di combattimento ripresero vigore e negli anni cinquanta si unificarono prendendo il nome definitivo di Taekwondo. Il taekwondo divenne Sport Nazionale (fu inserito nei Giochi Nazionali Coreani fin dall’inizio dei ’60) e contemporaneamente iniziò a diffondersi nel mondo, distinguendosi dalle altre discipline per la particolare efficacia, dinamismo e spettacolarità delle sue tecniche di gamba (calci circolari ed in volo, calci multipli).

Nel Taekwondo sono presenti dei gradi, rappresentati dal colore della cintura che si indossa. Il colore delle cinture è associato a vari significati legati alla crescita dell’allievo nel taekwondo: dalla purezza dell’ingenuità alla cosciente impenetrabilità alla paura.

La storia completa della nostra disciplina, la potete trovare sul sito della Federazione Italiana Taekwondo (FITA).

SPECIALITA’

Il taekwondo viene praticato in tre specialità:

  • Combattimento
  • Forme (Poomsae – in coreano)
  • Freestyle

COMBATTIMENTO

Il combattimento si svolge tra due contendenti, il blu e il rosso, che si sfidano su una distanza temporale di tre round da due minuti l’uno, con tecniche di calci e pugni – non sono consentite prese – alla parte anteriore del corpo sopra la cintura. Sono vietati i pugni al viso.

POOMSAE (FORME)

Una forma consiste in una sequenza di movimenti e tecniche prestabilite contro una serie di avversari immaginari (come i “kata” per il Karate), alla cui origine vi sono le componenti della filosofia orientale: il cielo e la terra, l’acqua e il fuoco, la montagna e il lago, il tuono e il vento (filosofia “Yin-Yang”) e della storia coreana.

FREESTYLE

Il Freestyle è probabilmente tra le discipline che compongono il Taekwondo quella più spettacolare. Ideata pochi anni orsono sull’onda delle fenomenali esibizioni che le squadre coreane davano in tutto il mondo, il Freestyle è una gara che unisce alle tecniche usate nelle forme, i calci da combattimento e le incredibili evoluzioni a cui i coreani ci hanno da sempre abituati, il tutto ritmato a tempo di musica. Il risultato è un minuto circa di emozioni ed evoluzioni di grande impatto per gli spettatori.

BENEFICI

Il Taekwondo, quindi, oltre ad essere un ottimo metodo di autodifesa, permette al praticante di ottenere un miglioramento dei riflessi, un’ottima coordinazione, sviluppo armonico, sicurezza, velocità, concentrazione e autodisciplina. Consente di aumentare la velocità di reazione di fronte ad imprevisti e di ridurre la stanchezza, tensione e nervosismo.

Oltre naturalmente ai successi sportivi ed ai benefici fisici e psicologici che un praticante può ottenere, il Taekwondo è anche un ottimo rimedio per la timidezza, essendo un momento di aggregazione per grandi e bambini, nonché per l’eccessiva esuberanza che viene “scaricata” all’interno della palestra. IlTaekwondo, pur essendo un’arte di difesa di enorme efficacia, conferisce comunque al praticante un notevole buon senso. Ciò gli da la possibilità di fronteggiare tranquillamente qualsiasi avversario, ma allo stesso tempo gli impedisce aggressioni sleali o un inutile uso della forza. Il suo codice etico si basa infatti sulle virtù della modestia e della generosità, che, a loro volta, derivano fondamentalmente dalla sicurezza di sé stessi.

DIFESA PERSONALE

La difesa personale è alla base delle tecniche di tutte le arti marziali e di conseguenza anche del Taekwondo. Il principio di base è quello di difendere sé stessi il più velocemente possibile e senza rischi inutili. Nel Taekwondo l’autodifesa consiste nell’utilizzo di calci e pugni che possono provocare gravi conseguenze per l’avversario, oppure, ad alti livelli, sfruttando la forza e la velocità dell’opponente, neutralizzandolo senza danni e senza l’uso della forza.